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venerdì 28 settembre 2012

SIAMO COME SIAMO ...


Siamo, per natura, molto sensibili. Siamo così emotivi perché percepiamo ogni cosa attraverso le emozioni:
"il corpo emozionale".
Questo é come una radio, che può essere sintonizzata in modo da percepire alcune frequenze e reagire ad altre.
Siamo sintonizzati sull'amore.
Da bambini non abbiamo definizioni astratte dell'amore:semplicemente lo viviamo.
L'allarme del corpo fisico é il dolore, che ci avvisa quando qualcosa non funziona.
Quello del corpo emozionale é "la paura".
Quando proviamo paura é perché qualcosa non sta andando come dovrebbe.
I bambini, se non si sentono tranquilli vicino a qualcuno, semplicemente lo rifiutano, perché sentono l'emozione proiettata da quella persona.
Apprendiamo le nostre reazioni emotive dall'energia emozionale che regna in famiglia: se i nostri genitori litigano continuamente e in casa regna la disarmonia, la mancanza di rispetto e la menzogna, impariamo ad essere come loro.
Anche se ci dicono di non litigare e di non mentire, l'energia emozionale dei familiari ci porterà a percepire il mondo in una maniera simile alla loro.
Perdiamo la nostra innocenza, la libertà, la felicita' e la tendenza ad amare.
Siamo costretti a cambiare e cominciamo a percepire un altro mondo, un'altra realtà: quella dell'ingiustizia, del dolore, del veleno emotivo.
L'ingiustizia che si avverte é come un coltello che apre una ferita nella mente. A seconda di come reagiamo, la ferita può infettarsi con il veleno emotivo.
Il "corpo emozionale" viene danneggiato e ci dice che c'é qualcosa di cui non ci si può fidare e che potrebbe ripetersi.
La reazione potrebbe essere la paura, la rabbia o semplicemente "il pianto".
Qualunque sia, é già veleno emozionale.
La mente cerca di razionalizzare l'esperienza e si impara a reagire in un certo modo, che diventa il proprio modo personale. Quell'emozione, così come tante altre simili, cambiano il nostro modo di vivere.
Il veleno emozionale all'inizio non sembra un grande problema ... ma con il suo accumulo si comincia a provare rancore, rabbia, e si tende a non perdonare facilmente.
Gli umani usano la paura per "addomesticare" altri umani e la paura aumenta con ogni esperienza di ingiustizia.
Il veleno emotivo é creato "dalla nostra reazione" a ciò che consideriamo un'ingiustizia. Alcune ferite guariscono, altre si infettano.
Quando poi siamo pieni di veleno, abbiamo bisogno di farlo uscire e lo versiamo addosso a un'altra persona.
In che modo? Agganciando la sua attenzione.
L'esempio é una coppia ordinaria. La moglie é piena di veleno a causa di un'ingiustizia subita dal marito. Lui non é in casa, ma lei ricorda l'ingiustizia e il veleno aumenta. Non appena il marito torna, lei aggancia la sua attenzione perché in quel modo potrà passare a lui il suo veleno e si sentirà sollevata.
Gli dice che é uno stupido, che é cattivo o sleale, e il veleno che aveva dentro si trasferisce nel marito.
La moglie continua a parlare finché aggancia la sua attenzione. Il marito si arrabbia e lei si sente meglio.
Ma adesso é lui ad essere pieno di veleno, e deve vendicarsi. Deve agganciare l'attenzione della moglie e rinandarle il veleno.
A questo punto però la quantità é raddoppiata: si tratta di quello che ha ricevuto da lei, più quello formato da lui.
Praticamente i due continuano  a mettersi a vicenda il dito sulla piaga.
Il veleno continua a crescere sempre di più, finché un giorno uno dei due esplode.
Agganciando l'attenzione, l'energia si sposta da una persona all'altra. L'attenzione é una capacità potente della mente. Quando catturiamo l'attenzione degli altri creiamo canali di comunicazione, attraverso i quali può trasferirsi anche il veleno emotivo.
Di solito inviamo il veleno alla persona responsabile dell'ingiustizia, ma spesso lo mandiamo a qualcun altro che non c'entra niente.
L'importante é prendere coscienza di avere un problema. Se ne siamo consapevoli , abbiamo l'opportunita' di guarire il corpo emozionale e smettere di soffrire. Senza consapevolezza non c'é nulla che possiamo fare, a parte continuare a soffrire a causa dei rapporti con gli altri e con noi stessi, perché a volte tocchiamo da soli le nostre ferite, soltanto per punirci.
Nella nostra mente creiamo una parte di noi che giudica costantemente tutto ciò che facciamo o non facciamo, tutte le emozioni che proviamo o non proviamo.
Giudichiamo noi stessi tutto il tempo, ed estendiamo agli altri i nostri giudizi, basandoci sulle nostre credenze e sulle nostre idee di ciò che é giusto o ingiusto.
Con la consapevolezza possiamo capire facilmente perché i rapporti con gli altri o con noi stessi non funzionano:
perché siamo feriti e pieni di una quantità di veleno emotivo che non riusciamo a gestire. Il motivo per cui siamo pieni di veleno é che siamo cresciuti con una "immagine di perfezione" che non esiste.
Creiamo quell'immagine perfetta per compiacere gli altri e per avere la loro approvazione. Ma non saremo mai perfetti e non potremo "mai" perdonarci di non esserlo!
Impariamo, per questo, a negare ciò che siamo e a rifiutarci.
Creiamo nella nostra mente un sofisticato "sistema di negazione", che é come una parete di nebbia davanti ai nostri occhi, che ci impedisce di vedere la verità.
C'é sempre qualcosa di noi che non possiamo accettare o perdonare. E così rigettiamo la nostra stessa umanità.
Quando rifiutiamo noi stessi, giudicandoci e trovandoci colpevoli, siamo noi i primi a punirci, a causa dell'immagine di perfezione.
Se ci sentiamo maltrattati, più di quanto "maltrattiamo" noi stessi, ci allontaniamo, fuggiamo.
Ma se ci maltrattano appena un po' meno di quel limite, spesso restiamo: a volte siamo convinti di meritarlo.
La verità é che abbiamo bisogno "dell'altro" per punire noi stessi.
Quasi tutti facciamo l'errore di basare la nostra felicità sul partner! Facciamo una quantità di promesse che non possiamo mantenere e così apriamo la porta al fallimento.
Indipendentemente da quanto possiamo amare una persona, non saremo mai ciò che quella persona vuole che siamo!
Ogni essere umano ha un sogno personale riguardo alla vita, diverso da chiunque altro.
Noi "sogniamo" secondo le convinzioni che nutriamo, e modifichiamo il sogno secondo il nostro modo di giudicare e di sentirci vittime.
Non esistono due persone che abbiano lo stesso sogno!
Perciò é importante accettare le differenze che esistono tra noi e l'altro, e imparare a "rispettare" i suoi sogni.
Ogni relazione che abbiamo con chiunque nella nostra vita ( partner, mamma, papà, parenti, amici), é "unica" perché facciamo un piccolo sogno insieme.
Ogni rapporto diventa "un essere vivente" creato da due sognatori.
Con l'altra metà possiamo condividere tante cose, possiamo divertirci e creare insieme un sogno meraviglioso.
Ma l'altra metà ha sempre un proprio sogno, una volontà propria, e non possiamo controllare quel sogno in nessun modo.
Allora é necessaria una scelta: creare una guerra di potere o fare gioco di squadra.
Gli atleti di una stessa squadra giocano insieme, non uno contro l'altro.
Se giocate un doppio a tennis, non andrete mai contro il vostro compagno.
Se il vostro partner vuole controllare il gioco, e dice:
"Non giocare in questo modo, gioca in quest'altro. No, stai facendo tutto male", non vi divertirete affatto. E dopo un po' non vorrete più giocare con quel compagno.
Se invece considerate i vostri rapporti, anche quelli romantici, come un gioco di squadra, tutto inizierà a migliorare.
L'egoismo, il bisogno di controllo e la paura possono spezzare quasi tutti i rapporti.
La generosità, la libertà e l'amore creano il rapporto più bello: un continuo idillio.
Se prendiamo la nostra felicità e la mettiamo nelle mani di un'altra persona, prima o poi quella persona la distruggera'. Se la felicità vive dentro di noi, siamo noi ad esserne responsabili. Non possiamo rendere nessuno responsabile della nostra felicità. La felicità é il risultato dell'amore che viene da dentro di noi.
Padroneggiare una relazione dipende da noi, diventando coscienti che ognuno ha il suo sogno personale: possiamo prenderci la responsabilita' della nostra metà del rapporto.
É più facile controllare la nostra metà che cercare di controllare tutta la relazione.
Se abbiamo rispetto, sappiamo che il nostro partner, amico, figlio, madre, é completamente responsabile per la sua metà.
Se lo rispettiamo ci sarà sempre pace tra noi, non guerra.
L'amore non é un concetto, é azione. L'amore in azione può produrre soltanto felicità.
La vita ci porta sempre esattamente ciò di cui abbiamo bisogno. Le nostre sofferenze sono "un dono".
Aprendo gli occhi e guardando ciò che ci circonda scopriremo che é esattamente ciò di cui abbiamo bisogno per "spurgare" il veleno, guarire le ferite e uscire "dall'inferno".
( Liberamente tratto dal capolavoro di saggezza tolteca di Don Miguel Ruiz, "La padronanza dell'amore", tradotto in 34 lingue, nove milioni di copie vendute).

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